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Vicariati e podesterie medioevali

 

L’organizzazione del contado bolognese in podesterie risale alla metà del Duecento: l’istituzione di questa magistratura era legata alle nuove conquiste che il Comune di Bologna andava realizzando a danno della feudalità rurale. Gli statuti comunali del 1265 precisarono il ruolo delle podesterie “desiderando di provvedere con vigile cura e sollecitudine circa le depredazioni delle strade e vie e i furti e altri malefizi che dicesi si commettano e sieno stati sinora commessi per la montagna e il piano del Contado bolognese e del distretto, sì che per l’avvenire tali cose non avvengano senza che quelli che le faranno siano colpiti dalla debita pena, e affinché i banditi, ladri, ladroni e depredatori delle strade e vie e tutti i malfattori sieno del tutto cacciati dal nostro contado e distretto bolognese” (da: Luigi Casini, Il contado bolognese durante il periodo comunale (secoli XII-XV), Bologna, Forni editore 1991, pp. 259-260). La podesteria di Caprara  (comprendente il territorio dell’attuale comune di Marzabotto) venne istituita fra il 1288 e il 1314. Nella seconda metà del Trecento (1376) la podesteria venne sostituita con il vicariato e il territorio dell’odierno comune insieme ad altre aree confinanti, venne compreso nel vicariato di Caprara sopra Panico. Il vicario dimorò in tempi diversi a Caprara, Venola, Sperticano, Panico e Vergato; amministrò la giustizia spostandosi nei luoghi dove si teneva il mercato (Vergato, Rioveggio).

 

 

Il vicariato di Caprara

 

[...] Il vicariato di Caprara è uno dei pochissimi dei quali ci è pervenuta per questo periodo una serie assai copiosa di atti, in 91 volumi, dal luglio 1377 al marzo 1451. Di notevole presentano anzitutto la testimonianza che la sede del vicario andò soggetta a frequenti cambiamenti: da principio egli stanziava nella terra di Caprara, ma nel primo semestre del 1383 aveva la casa di residenza nella curia di Venola, donde nel secondo semestre era già tornato a stare “ut moris est” in Caprara: dal 1389 al 1394 la residenza fu Panico, ma dal 1395 al 1420 la sede abituale fu invece Sperticano, località del comune di Caprara posta ai piedi di Serra Castellana sulla riva destra del Reno; col 1421 troviamo trasferito il vicario nella villa di S. Apolinnare, località del comune di Panico, che fu già sede di una parrocchia scomparsa nel secolo XV, ma di là già era tornato a Sperticano nel 1425.  Oltre questi frequenti cambi della residenza, dipendenti forse da necessità di carattere edilizio, troviamo che il vicario di Caprara ebbe più di tutti gli altri a praticare l’usanza di recarsi ad amministrare la giustizia in luoghi  di mercato: sino dal 1379 i suoi atti appariscono redatti nel mercato di Rovezo, che è l’attuale Rio Veggio a destra di Setta e nel mercato di Vergato, che si faceva sulla sinistra del Reno e al confluente col Vergatello, e tale usanza fu sempre mantenuta sì che se ne trovano indizi per tutti gli anni di poi [...] Quando poi  indi a poco fu, come vedremo, trasferito al Vergato il capitano della montagna, il vicario di Caprara riprese e tenne poi sempre la propria residenza sulle cime della Serra Castellana. Da: Luigi Casini, Il contado bolognese durante il periodo comunale (secoli XII-XV), Bologna, Forni editore 1991, pp. 321-323.



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