Il Parco Storico di Monte Sole
Il Parco Storico Regionale di Monte Sole è stato istituito dalla Regione Emilia Romagna nel 1989, con una legge regionale. Si estende fra le valli del Setta e del Reno, nei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi e comprende i luoghi che videro la presenza della brigata partigiana Stella Rossa e furono colpiti dalla strage nazista del 29 settembre – 5 ottobre 1944. E’ stato voluto dalle amministrazioni locali ed è nato sulla base di una proposta di legge presentata dalla Provincia di Bologna. Il Comune di Marzabotto aveva già avviato negli anni Sessanta il recupero dell’area di crinale più segnata dalla strage, ma con la nascita del Parco si è voluto dare un nuovo e più solido contributo alla trasmissione della memoria della Resistenza e degli eccidi nazifascisti.
Le motivazioni culturali e ideali che portarono all’istituzione del Parco furono diverse, da quelle cattoliche animate dalle riflessioni di Don Giuseppe Dossetti e di Monsignor Luciano Gherardi a quelle espresse dai partiti della sinistra politica, Comunista e Socialista, rispetto alle quali ebbero un peso significativo l’azione della Provincia di Bologna e del Comune di Marzabotto.
Il mondo cattolico, rappresentato dalla Comunità di Fede e Resistenza di mons. Gherardi, pose al centro della memoria della strage il ruolo delle comunità martiri di Monte Sole, dove “pastori e gregge” – con riferimento all’uccisione anche di cinque sacerdoti - erano stati uniti in unico destino di morte. Il Presidente della Provincia di Bologna Mauro Zani (PCI) sostenne la necessità di riportare la vita su questi luoghi, come modo migliore per trasmettere la lezione della Resistenza.
L’articolo qui sotto citato rinvia al fermento culturale e al dibattito politico che sono alle origini del Parco. Con la sua istituzione i luoghi della storia sono tornati a coincidere con quelli della conservazione della memoria e sempre più correttamente si è preso a parlare di strage di Monte Sole per indicare la strage nazista che colpì i comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi, nel territorio fra Setta e Reno, causando la morte di 770 persone in massima parte donne, vecchi e bambini massacrati fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944.
Parco di Monte Sole. Il progetto della memoria. Riportare la vita, il lavoro, gli affetti nelle terre devastate dalle stragi naziste.
Se ne discute da anni. L’idea nacque nel 1975, come ricorda il notiziario del Comune di Marzabotto. Si tratta della realizzazione del Parco di Monte Sole. Esistono studi di massima, ma soprattutto una vivacissima e molto approfondita discussione sulle caratteristiche e sulla caratterizzazione del Parco. Sembrava che quasi tutto si fosse arenato, che il progetto non riuscisse a venire fuori dalle “ sabbie mobili” in cui si era impantanato. Poi, però, le formalità per l’istituzione del Parco di Monte Sole, hanno subito una energica accelerazione. La Giunta provinciale, in accordo con la Comunità montana n. 1 e con i Comuni di Grizzana Morandi, Monzuno e Marzabotto, proporrà al più presto uno specifico progetto di legge regionale. [...] La proposta di legge – puntualizza Zani – ha soprattutto valore politico-istituzionale: in altri termini non richiediamo tanto uno strumento legislativo per una più elevata operatività, ma sollecitiamo una più larga attenzione all’istituzione del Parco di Monte Sole. [...] Non mancano, in proposito, le proposte della Comunità di Fede e di Resistenza di Mons. Gherardi. Cosa dovrà essere il Parco? Già nel 1985 “i rappresentanti di ispirazione cristiana negli organismi interessati alla realtà di Monte Sole” scrivevano che “Monte Sole non è un museo, né un palcoscenico per commemorazioni, ma un santuario della fede e della libertà, i cui protagonisti restano le comunità e i pastori martiri e i loro familiari sopravissuti alla strage, con il tipo di cultura e di tradizione a cui la effusione del sangue ha dato il sigillo di autentificazione e di consacrazione”.[...]. Torniamo allora – prosegue Zani – a rendere praticabili quei luoghi, praticabili alla vita, agli affetti, al lavoro, come condizione per tenere aperta la riflessione "su ciò che è realmente accaduto" in quei giorni del ’44 a Monte Sole. Ciò non solo per ragioni di comprensione storica e scientifica che pure non possiamo dire di avere pienamente guadagnato e che in ogni caso non possiamo presumere di avere conseguito una volta per tutte, ma soprattutto perché è solo ampliando la conoscenza reale e critica che possiamo agire in tempo per impedire che pur in altre condizioni di tempo e di luogo abbia a scatenarsi quel tipo di ferocia che insanguinò le pendici di Monte Sole”. “La proposta di istituzione del Parco è perciò – spiega il Presidente della Provincia – una scelta che va ben oltre la salvaguardia di luoghi storici e naturali. L’obiettivo è più ambizioso: si vuole salvaguardare la memoria attraverso il ristabilimento di condizioni materiali adatte allo svolgersi della vita umana, proprio laddove fu radicalmente negata. È questo – conclude Zani – il modo migliore per fare rivivere nei giorni nostri la lezione della Resistenza”.[...] A cura di Franco De Felice. Da: Provincia. Mensile dell’Amministrazione Provinciale di Bologna, maggio-giugno 1987
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