L’8 ottobre 1961, in occasione del XVII anniversario degli eccidi, venne inaugurato a Marzabotto il Sacrario ai Caduti, realizzato al centro del paese, al di sotto della chiesa parrocchiale anch’essa di nuova costruzione. Il Sacrario raccoglie le salme di circa 800 caduti civili e partigiani, in gran parte abitanti di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi vittime della strage nazista del 29 settembre – 5 ottobre 1944 ed inoltre i resti di circa 400 soldati, caduti nella prima e nella seconda guerra mondiale (soltanto i soldati morti nella guerra 1915-1918 sono del comune di Marzabotto, mentre i restanti non appartengono a questo territorio; si tratta di salme qui sepolte per volontà del Commissariato per le Onoranze ai Caduti in Guerra).
L’articolo sotto citato restituisce in parte l’atmosfera in cui si svolse la manifestazione, che fu piuttosto vivace e partecipata. Dalla piazza del paese si alzavano cartelli inneggianti al disarmo, contro il militarismo tedesco e gli esperimenti nucleari. I manifestanti gridavano “pace, pace”, mettendo in imbarazzo il Ministro della Difesa Giulio Andreotti. In quegli anni era importante, anche per il Governo italiano, sostenere il riarmo della Germania dell’ovest, in funzione del suo inserimento all’interno del blocco delle potenze occidentali. E di questo obiettivo si fece interprete anche Andreotti nel discorso tenuto a Marzabotto.
Diverse migliaia di persone presero parte alla manifestazione. Per l’impossibilità di raggiungere Marzabotto con gli automezzi, data l’esorbitante affluenza, moltissimi salirono a piedi per una decina di chilometri. La piazza era addobbata con bandiere e stendardi e la cerimonia si svolse in un’atmosfera solenne, aperta dall’ingresso, salutato dagli onori militari, dei gonfaloni dei Comuni decorati medaglia d’oro. Sul palco e le tribune allestiti per la celebrazione erano presenti autorità politiche e istituzionali, parlamentari, i sindaci di duecento città italiane, i sindaci di Coventry e Aubouè (a testimoniare la rete di relazioni internazionali del Comune di Marzabotto), il padre dei sette fratelli Cervi, i parenti delle vittime e i superstiti. Il Sindaco di Marzabotto sottolineò come qui fosse idealmente riunita tutta l’Italia della Resistenza.
Al termine della cerimonia Andreotti e le altre autorità visitarono la mostra di pittura “Premio Marzabotto della Resistenza. Rassegna nazionale d’arte” promossa dal Comune e allestita nei locali della scuola elementare. La mostra raccoglieva le opere di numerosi pittori di rilievo nazionale, chiamati a rappresentare temi legati alla Resistenza e alla strage. Il concorso era nato l’anno precedente (con dimensione regionale) in un clima politico particolarmente teso che aveva fatto seguito alla decisione del Movimento Sociale Italiano di tenere il proprio congresso a Genova, città Medaglia d’oro della Resistenza e alimentato dalla tensione provocata nel Paese dal rafforzamento di questo partito e dal suo appoggio al Governo. Durante diverse manifestazioni che si svolsero nelle città italiane si verificarono scontri di piazza fra manifestanti e polizia. La reazione delle forze antifasciste e democratiche fu forte nel Paese e negli ambienti artistici Marzabotto venne assunto come vessillo della democrazia; da questo spirito nacque il Premio Marzabotto della Resistenza, nella sua prima versione regionale.
I morti di Marzabotto invitano a custodire gelosamente la pace
Decine di migliaia di persone nel comune martoriato. I morti di Marzabotto invitano a custodire gelosamente la pace. Il commosso omaggio del governo portato da Andreotti. I discorsi del ministro, del sindaco on. Bottonelli e dell’on. Salizzoni. Benedetta dall’ordinario militare la cripta-ossario.
[...] Ha preso poi la parola il ministro Andreotti il cui discorso è stato disturbato in alcuni punti dalle intemperanze di estremisti.
Il ministro Andreotti ha esordito esprimendo il commosso omaggio del governo e delle forze armate alla memoria delle vittime dell’eccidio e ha rinnovato, a nome del presidente Gronchi, ai loro familiari ed ai pochi superstiti delle tristi giornate del 1944, l’ammirato saluto del paese.
Perenne monito.
“L’ultima guerra – ha detto l’on. Adreotti – è stata da noi contrassegnata da una terribile novità: le enormi distruzioni, umane e materiali, all’infuori del fronte di combattimento. Ma se le cose si ricostruiscono, le vite spente nessuno può riportarle alla luce. E quando gli stermini derivano non dalla fatalità dei bombardamenti – spesso a torto, come a Monte Cassino, per la condotta della guerra, ritenuti necessari – ma di barbariche rappresaglie contro bambini, donne e vecchi, allora il giudizio della storia non può essere che severissimo”.
Il ministro Andreotti ha poi soggiunto: “La giustizia umana ha già sanzionato le responsabilità dell’eccidio, ma vi è un insegnamento che da esso dobbiamo tutti raccogliere. Possiamo davvero ripetere qui quanto si scrisse sulle tombe dei primi cristiani: sono morti, ma parlano. I morti di Marzabotto parlano per spronarci a combattere con intransigenza i germi dell’errore. Quando si pensa che la gioventù nazista era formata nel disprezzo della personalità umana degli ebrei e delle altre razze “non elette”, nel fanatico culto di una pretesa superiorità nazionale assoluta, nel mito della violenza creatrice e delle “armi nuove” apportatrici di giustizia nel mondo, si comprende dove fossero le radici delle aberrazioni, rese più facili dall’atmosfera di guerra e dal timore di una deludente sconfitta”.
“Non è con l’odio verso i tedeschi – ha detto a questo punto l’on. Andreotti – che si onorano i morti di Marzabotto, tant’è vero che, per divisioni di ideologie politiche, ognuno sarebbe portato ad escludere dall’odio i tedeschi di una parte o dell’altra della Germania. Bisogna odiare e combattere gli errori della dittatura hitleriana. Sarebbe del resto assurdo celebrare all’ONU l’uguaglianza dei popoli e poi volere togliere il popolo germanico da questa piattaforma generale”. [...] Da: Il Resto del Carlino, 9 ottobre 1961
Caratteristiche del Sacrario e informazioni per la visita
Elenco delle salme conservate nel Sacrario ( documento in formato excel )
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