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SREBRENICA

 

LA FABBRICA DELLA PASTA IN SINTESI

 

L’avvio della fabbrica della pasta è stata una richiesta prioritaria delle donne dell’associazione nella loro volontà di costruire convivenza e insieme di preservare la memoria.
Il supporto al progetto di accompagnamento al rientro di donne rifugiate, già avviato dall’Associazione Zene Sebrenice, e l’avvio della fabbrica della pasta è stata una sfida con al centro l’operosità femminile e la scelta di un’associazione di farsi anche incubatore produttivo, per accompagnare alcune donne nella loro scelta di autonomia attraverso il lavoro e per dare stabilità e valore locale all’ Associazione.
Il sostegno alla Pasta factory nel centro della città fa parte di un progetto più ampio di autonomizzazione economica e di incubatore di impresa.
È la prima esperienza di impresa avviata da donne rientranti nel Comune di Srebrenica e ha l’obiettivo di costituire un’esperienza non assistenziale ma produttiva e sostenibile capace di dare dignità e forza, oltre che lavoro e reddito, a donne sole, che tornano in un luogo particolarmente difficile.
L’Associazione Zene Srebrenice ha avuto il pieno supporto della municipalità di Srebrenica e l’autorizzazione ad avviare la Pasta factory nel centro della città, con la concessione di locali ad hoc, che sono ora entrati nella piena disponibilità dell’associazione, che ne è a tutti gli effetti proprietaria.
Come dicono le donne dell’Associazione Zene Srebrenice: “Questo progetto presuppone che lo sviluppo economico, gli investimenti, le possibilità di impiego non dividano anzi uniscano coloro che sono sopravvissuti alla guerra?.. la riconciliazione tra Serbi e Bosniaci è possibile se intercorrono aiuto e solidarietà reciproca.”
Queste sono state le tappe per realizzare la Pasta factory:

 

2005
Individuazione locali idonei.
Individuazione donatori per rendere possibile l’ acquisizione di macchine a norma.

 

2006
Autorizzazione Zene Srebrenice dalla Srebrenica City Hall ad avviare la Pasta factory nel centro della città, con la concessione di locali ad hoc.
Definizione spazi e valutazione possibilità di utilizzo di macchinari standard.
Valutazione normative locali.

 

2007
Donazione a Zene Srebrenice per l’acquisizione macchine: 2 essiccatoi statici,una macchina per la pasta industriale,una pressa per la pasta.
Trasporto macchine e Installazione macchine.
Individuazione donatori farina.
Prima formazione donne Zene Srebrenice.
Acquisizione piena disponibilità locali per l’ associazione Zene Srebrenice.

 

2008
Accompagnamento iter acquisizione permessi di funzionamento.
Individuazione e selezione personale.
Elaborazione logo pasta factory.
Assunzione tre unità di personale.

 

2009
Riformazione personale.
Acquisizione furgone con il contributo del Comune di Marzabotto.
Scelta logo.
Individuazione acquirenti.
Inizio produzione.

 

Le ingenuità del progetto: si è valutato in modo inadeguato il costo dell’impianto della fabbrica per la pasta, seguendo un’idea pauperistica, che ci ha viste accettare come credibili proposte di utilizzo di macchinari usati.
Questa idea si è presto rivelata impercorribile sia per la regolazione messa in campo nel frattempo che per esigenze di sicurezza, di salubrità e di mercato.
I costi sono quindi aumentati ed è stato quindi necessario che le donne di Zene Srebrenice si attivassero per individuare donatori/trici ulteriori e grazie alla loro capacità il progetto ha avuto finanziamenti dal CCFD, associazione francese di donne, che ha coinvolto un’ azienda Emiliana nel progetto, ottenendone un contributo sotto forma di sconto rispetto al prezzo di listino, pari al 40/%.
Inoltre i viaggi fra Bologna e Srebrenica sono stati organizzati alcuni insieme al Comune di Marzabotto, altri in concomitanza con altre iniziative della rete.
L’importanza acquisita dal costo delle macchine e dal loro trasporto ha altresì reso necessario l’aumento del lavoro volontario dell’associazione Orlando Molte Donne Un Pianeta.
La formazione delle addette e degli addetti alle macchine è stata svolta in due step da un incaricato della stessa ditta costruttrice “ La Parmigiana”, uno al momento del montaggio delle macchine, l’altro nel settembre 2008.
Un altro elemento di difficoltà non adeguatamente previsto è stato quello legato alle diverse pratiche e ai diversi permessi necessari per il trasporto e per l’apertura attività, che si è lungamente trascinata, ottenendo i primi permessi definitivi nel maggio del 2008, rendendo impossibile l’avvio anche solo sperimentale prima del settembre 2008.
Srebrenica non è un luogo che invita le persone a restare e la stessa individuazione di un tecnico competente, ha richiesto tempo, anche per la scarsa remuneratività proponibile all’inizio per il suo lavoro.
Il sindaco uscente Abdurhaman Malkic, che fa parte del Consiglio di amministrazione della Pasta factory, ha contribuito all’individuazione di un tecnico e ha trovato dei donatori per farina di buona qualità.
È ora necessario per il regolare dispiegarsi della produzione l’individuazione dei fornitori per le materie prime, la ricerca di alleanze con fornitori e produttori, un piano di marketing, iniziative di pubblicizzazione per avviare la commercializzazione non solo nell’area di Srebrenica e di Tuzla, ma anche in altre aree della ex Yugoslavia
Nella pasta factory lavoreranno a regime almeno  un direttore/responsabile commerciale, un tecnico alimentare, quattro persone in produzione e impacchettamento.
Al momento sono presenti in fabbrica tre persone, 2 addette e il direttore.
Le prime buste paga sono state quelle del mese di novembre 2008 e hanno riguardato tre persone. La contabilità viene svolta da Nura Begovic di Zene Srebrenice, che non chiede alcun compenso.
Ora l’attività procede e sono in corso contatti con realtà pubbliche e private per dare continuità al progetto.

 



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