IT.A.CA'
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martedì 15 giugno 2021
La prima tappa nell'Appennino Bolognese è a Marzabotto. i giorni sono sabato 19 e domenica 20 giugno. A seguire gli orari:
h08.40 Partenza presso Stazione FS di Marzabotto, Via Vittorio Veneto 26
Treno da Bologna a Marzabotto: h 08.04 Stazione Centrale > www.trenitalia.com
h 13.00 Pranzo presso l’agriturismo il Cerro con i prodotti dell’ orto
h 15.30 Visita all’azienda agricola La Casetta e i suoi alpaca
h 19.00 Arrivo presso Al di là del fiume cielo antico casolare del 1800 dove dormiremo
h. 20.00 Cena con i prodotti dell’Azienda agricola Al di là del Fiume terra
h21.00 Spettacolo | Fole e Manfrine
Musica e danza di Fragole e Tempesta + Eugenia Marzi – Una serata danzante con le musiche dell’Appennino bolognese
2° GIORNO | Domenica 20 giugno
IL PAESAGGIO E LA SACRALITÀ DI MONTE SOLE
I camminatori percorreranno il sentiero del memoriale di Monte Sole, salendo fino in cima e camminando sul crinale tra due valli: la Valle del Setta e la Valle del Reno. Il Sentiero del postino, le trincee della Linea gotica, i ruderi di Caprara, le rovine dell’antichissima chiesa di Casaglia, il suo piccolo cimitero: la bellezza del paesaggio, le tracce tangibili della brutalità nazista danno una sacralità commovente a questo luogo. Con l’ultima tappa, percorrendo il ponte sospeso, attraverseremo il Reno ricongiungendoci con l’alta parte del fiume.
Lunghezza: 14 Km
Dislivello: 400 m
Difficoltà: E (escursionistico) – buona preparazione fisica
h 9.30 Partenza da Al di là del fiume cielo
h 13.00 Pranzo con i panini di A Casa della Ross: pasta madre, farina biologica e acqua di sorgente
Arrivo: 16.45 o 17.45 >Stazione di Lama di Reno, Via Lama di Reno 35
Diritto di respirare è il tema portante della XIII edizione del festival per tutto il 2021: un pensiero che trae ispirazione da Achille Mbembe, filosofo camerunense considerato uno dei più importanti teorici del post-colonialismo.
Tema attuale e trasversale perché parla di respiro come diritto, oltre che come bisogno. Quel respiro che manca al corpo quando malato di covid-19, ma anche quando attraversa la città inquinata, rincorrendo ritmi frenetici, performando in apnea. Respiro come pausa e presenza, lento fluire della vita dentro e fuori ogni essere vivente. Si pensi alla mancanza di respiro del corpo sociale troppo oppresso dall’asfissia del capitalismo che toglie ossigeno con l’avanzata della crescita e del profitto.
Eppure, se il virus globale insegna qualcosa è che oggi la comunità chiusa e sovrana è ormai un miraggio, e che i muri eretti dagli Stati Nazionali contro il nemico invisibile sono ridicoli e inefficaci. E dunque la pandemia ci invita a ripensarci oltre la chiusura immunitaria, come scrive Pierluigi Musarò (direttore festival IT.A.CÀ) nel suo articolo: “Pandemia, infodemia, fobocrazia. Quel nemico invisibile che ha spento e riacceso le luci sugli invisibili”.
E nel pieno rispetto del respiro: il tema 2021 è una riflessione sul respiro non solo come bisogno, ma come diritto. Un fluire lento e fondamentale, una presenza e un ascolto di ciò che c’è intorno e dentro di noi. Il respiro che manca dal corpo malato, il respiro che non c’è nella natura quando la si inquina.