È stata inaugurata a Monzuno l'11 ottobre, 70 anni dopo la liberazione della cittadina sull'Appennino Bolognese, la mostra “Monzuno e la guerra 70 anni dopo”, organizzata dal gruppo Studi Savena Setta Sambro e dall'associazione Linea Gotica con il patrocinio del Comune di Monzuno.
Dopo i primi appuntamenti, la mostra (curata da Luca Morini e Giancarlo Rivelli) sarà aperta per i prossimi fine settimana 18 e 19, 25 e 26 ottobre, orari 10-12 e 15-18, ingresso libero) presso la Biblioteca Comunale di Monzuno “M. Marri”.
Il visitatore, oltre a trovarsi di fronte a straordinarie divise militari, strumenti dell'epoca e fotografie, sarà letteralmente immerso in un patrimonio unico di storie e vicende che sono appartenute ai nostri genitori e nonni.
È stata proprio la ritrosia della mamma a raccontargli le sue drammatiche esperienze, vissute tra Vado e Monzuno nel 1944, a spingere Giancarlo Rivelli, presidente di Linea Gotica, a farsi attento ricercatore di documenti, fotografie, oggetti in grado di raccontare quei terribili anni. Una collezione composta da più di tremila tra foto, ritagli e documenti catalogati, di cui una parte saranno accessibili a chi visiterà la mostra.
Oggetti che raccontano tante “storie” personali di combattenti, civili, uomini e donne che hanno lasciato un segno che i ricercatori di Linea Gotica hanno ricostruito con perseveranza: tra di loro per esempio la storia di un orologio ritrovato in Val di Setta e conservato gelosamente da una signora che, residente a Bologna, in fin di vita ha voluto lasciarlo ad una amica di Monghidoro con una promessa: fare di tutto per riconsegnarlo al proprietario, o ai suoi eredi.
E quella promessa è stata mantenuta, perché attraverso il numero di matricola si è risaliti al soldato americano a cui quell'orologio appartenne. Non solo: il nipote è venuto in Italia, ha visitato i luoghi dove lo zio ha combattuto e perso la vita, ha potuto riavere l'orologio dai sindaci di Monzuno e Monghidoro ed esclamare commosso ai cittadini che l'hanno accolto “Adesso che vi conosco so che mio zio non è morto invano”. Oppure l'amara storia della fotografia di un soldato, pubblicata sulla rivista americana Life nei giorni stessi in cui egli perdeva la vita nelle battaglie di Monterumici, vicino a Monzuno: anche in questo caso, grazie all'impegno degli appassionati ricercatori, è stato possibile risalire al soldato, entrare in contatto con gli eredi, raccontare la sua vicenda.
Oltre alla ricerca bibliografica e fotografica di Rivelli, saranno in mostra anche i risultati di un altro tipo di ricerca: quella di Luca Morini, che muovendosi instancabilmente tra campi, cantine e boschi è riuscito a raccogliere un patrimonio di strumenti, divise e materiale bellico originale unico nel suo genere.
Sono previsti inoltre appuntamenti di approfondimento. Il 18 ottobre, alle 20,30, l'incontro “Eserciti e popolazione: come si sposta un esercito e le ricadute sulla popolazione civile”, mentre il 19 pomeriggio, alle 17, sarà proiettato il film drammatico sulla vita dei reduci “Teresa”, di Fred Zinnemann, del 1951. Ultimo appuntamento la sera del 25 ottobre alle 20,30 con la conferenza “La Liberazione: Lo sfondamento finale degli alleati e le battaglie di Furcoli e Monterumici”.
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