Due appuntamenti di fine agosto a Gaggio Montano. Il 31 agosto, ore 16, nella Chiesa S. Maria Villiana, presentazione del volume di Pier Giorgio Ardeni Cento ragazzi e un capitano - La brigata Giustizia e Libertà “Montagna” e la Resistenza sui monti dell’alto Reno tra storia e memoria (Edizioni Pendragon). Sarà presente l’Autore insieme a Luciano Casali e Francesco Berti Arnoaldi Veli.
Il volume ricostruisce la cronaca e la storia di venti mesi di guerra partigiana sulle montagne dell’alto Reno (Bo) e le vicende della Brigata Giustizia e Libertà “Montagna” e delle altre formazioni che agirono in quei luoghi.
Fu nei territori di Gaggio Montano, tagliati a mezzo dalla linea difensiva messa in piedi dalle armate germaniche per resistere all’avanzata alleata, che un gruppo di giovani, nel giugno del 1944, diede vita a una formazione partigiana che si copri d’onore: la Brigata Giustizia e Liberta “Montagna”.
Tra quei giovani c’erano tra gli altri Gigino Amaduzzi, Enzo Biagi, Renato Frabetti, Leonardo Gualandi, oltre a Sisto Ardeni (padre dell’autore di questo volume) e il diciottenne Francesco Berti Arnoaldi Veli, il partigiano Checco, con suo fratello minore Paolo.
Sulla base di fonti documentali, di materiali lasciati dalla Brigata e di testimonianze scritte e orali – tra cui il prezioso diario di Checco – , il libro traccia, giorno per giorno, il percorso compiuto da quei “cento ragazzi” al comando del capitano Pietro Pandiani nei lunghi mesi alla macchia, e descrive la liberazione di Gaggio, Lizzano e dei paesi limitrofi, l’amministrazione di guerra delle giunte nominate dal CLN e il lungo dopoguerra, con i suoi strascichi di sangue.
Sempre a Gaggio Montano, fino al 31 agosto, al Centro Convegni Alto Reno (Via Meotti), sarà possibile visitare la mostra “Ritratti fotografici”, del fotografo Stefano Semenzato. Ottanta ritratti (formato 50x50) di persone che in questi anni hanno partecipato alle attività della Associazione che gestisce il Castello Manservisi.
L’avvento della fotografia digitale e dei processi di post produzione ha spinto Semenzato a sviluppare il lavoro nella cosiddetta “camera chiara”. Usa una Nikon D800 con una vasta gamma di obiettivi. Nonostante il lavoro al computer che sta dietro le sue fotografie preferisce presentare i suoi lavori quasi esclusivamente attraverso la stampa delle fotografie. Ama sperimentare varie tecniche e modalità fotografiche come testimoniano le mostre realizzate negli ultimi anni: gli incontri fotografici nei parchi del Kenia, le campiture di colori dei prati di tulipani dell’Olanda, gli occhi che emergono dalle maschere di Venezia, i cretti apparsi con il prosciugamento del lago di Suviana e da ultimo i ritratti degli “amici del Castello Manservisi”.
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