Geologia sentieri Gaggio
L'area attraversata dai diversi sentieri descritti, si sviluppa in massima parte in sinistra idrografica del Torrente Silla, ed e compresa tra le quote 400 m si (guado del T. Silla) e 1138 m s.l.m. del Monte Belvedere. La geologia dell'area, da lungo tempo studiata anche per la presenza di "emergenze geologiche" particolarmente significative, quali il grande blocco ofiolitico che sovrasta Gaggio Montano o l'ancora oggi parzialmente sconosciuto lembo arenaceo su cui sorge Monte Gabba, di cui non e nota l'età, risulta caratterizzata dalla presenza di unità litologiche diverse, sia per composizione che per età e provenienza. Risalendo dal corso del T. Silla verso il crinale, si incontrano dapprima i versanti debolmente inclinati in cui affiorano diffusamente argille grigie, dalla tipica struttura scagliosa: le Argille a Palombini, dal nome dei livelli calcarei in esse presenti. Inglobati in questa massa, come zolle galleggianti, si trovano, sparsi in più punti, lembi della crosta di un antico oceano, le ofioliti. La presenza di dolci pendii e spesso riconducibile ad estesi movimenti franosi, che a partire dalle quote più elevate hanno frequentemente raggiunto il fondovalle. Queste argille, che rappresentano i termini più antichi affioranti nell'area, sono sormontate da formazioni più recenti, alcune delle quali depositatesi al di sopra delle argille mentre queste "migravano", nel corso dei milioni di anni durante i quali e avvenuto il sollevamento della catena appenninica, dalla loro zona di origine verso quella in cui noi oggi le osserviamo. Queste formazioni sono costituite in prevalenza da arenarie di colore grigio; frequentemente lungo i sentieri si osserva il loro tipico colore di alterazione, giallo, dovuto all'azione degli agenti atmosferici sulle porzioni più esterne dei vari strati. L'intera fascia di crinale, che separa la valle del T. Silla da quella del F. Panaro, e costituita da queste formazioni geologiche, i cui nomi derivano dalle località tipiche di affioramento e di studio: formazione di Monte Venere, formazione di Monghidoro, Arenarie di Monte Gabba, formazione di Antognola. L 'intera fascia di crinale, proprio per la presenza di queste unità arenacee, molto più resistenti all'erosione, si stacca nettamente dalle sottostanti argille. I pendii sono molto più inclinati, con la formazione di pareti a tratti verticali, caratterizzate da fenomeni di crollo talora imponenti, come quello a cui e riconducibile la zona di origine della frana che interessò in epoca storica Gaggio Montano. Tutta la fascia di crinale, a partire dal M. Belvedere sino al M. Castello, data la sua natura arenacea, costituisce un grande serbatoio naturale per le acque sotterranee: molte delle principali sorgenti incontrano lungo i percorsi, quale "la Docciola", scaturisco/16 proprio al contatto fra le arenarie permeabili o i detriti prodotti dal loro disfacimento e le sottostanti argille impermeabili.